Handicap
estremo |
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"Ho battuto l'handicap con un tuffo nel vuoto" di Lorenzo Priviato |
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BOLOGNA
Chissà cosa avrà pensato, ieri sera prima di
addormentarsi, Carla Crivellari, poche ore dopo aver coronato il sogno
di tutta una vita: lanciarsi nel vuoto con il paracadute, in caduta
libera. Un volo contro il destino, che dalla nascita la costringe su
una sedia a rotelle per via di un handicap motorio. Carla, che ha 38 anni, ieri pomeriggio ha davvero toccato il cielo con un dito. «Se lo rifarei? Eccome, anche domani, ha detto subito dopo l'atterraggio. E' stato tutto meraviglioso». |
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C'erano
tutti i ragazzi dell'Aias, l'Associazione italiana assistenza spastici,
ad assistere al grande evento, fuori dagli hangar dell'aviosuperficie
di Molinella, nel Bolognese. Più emozionati loro, forse, dell'amica
che non finisce mai di collezionare sfide all'apparenza impossibili.Quando
l'aereo è salito a 4500 metri d'altezza, Carla ha pensato ad
Andrea, a Marilena, che come lei soffrono dalla nascita e che nei giorni
scorsi l'hanno incoraggiata anche quando, magari, le è venuta
un po' di tremarella. La giovane ha conosciuto il suo angelo custode,
Paolo Gianfanti, istruttore di volo con millecinquecento lanci alle
spalle, al quale ha chiesto se poteva provare anche lei il brivido della
caduta libera. Paolo ha aperto il cuore e non ha esitato neppure un
istante a dire sì. E quella di ieri era sicuramente la giornata
ideale, calda, soleggiata e senza vento, per buttarsi con il paracadute.
L'aviosuperficie di Molinella è gestita dall'Aeroclub di Bologna.
Qui si praticano anche volo a vela e con ultraleggeri, mentre la scuola
di paracadutismo è fra le prime d'Italia. Carla, che gli amici chiamano affettuosamente «Cri», è arrivata al piccolo aeroporto verso le 14, assieme ai volontari dell'Aias di Bologna, dove lei è addetta alla gestione del trasporto ai posti di lavoro dei disabili. Tuta e imbracatura, il bacio di mamma Fede, poi via verso le nuvole. L'aeromobile, un Pilatus svizzero, s'è alzato alle 15,30 in punto. Andrea, un disabile che abita con Carla ed è un po' superstizioso, non ha potuto fare a meno di notare che l'aereo era di colore viola «Paura? No davvero» A tranquillizzarlo ci ha pensato Marilena, la migliore amica di Cri: «E' una ragazza coraggiosa. E poi lei è fatta di gomma, cade in continuazione dalla carrozzina e non si fa mai niente», diceva mentre guardava con il fiato sospeso il Pilatus che prendeva quota. Una volta raggiunti i canonici 4500 metri d'altitudine, Carla s'è lanciata nel vuoto avvinghiata all'istruttore. Per settanta secondi in tandem sono scesi a una velocità di 200 chilometri orari. Poi, a quota 1500 metri, hanno aperto la vela del paracadute e dopo cinque minuti di planata sono atterrati dolcemente sul prato dell'aeroporto, accolti da un caloroso applauso.«Non ho mai avuto paura, forse solo un po' di batticuore all'inizio, racconta Carla. E poi c'era lui, Paolo, che mi dava fiducia e mi incoraggiava. Abbiamo parlato, ci siamo divertiti. Mentre venivo giù non ricordo a cosa pensavo. Mamma mi aveva detto, goditi il panorama. E così ho fatto». |
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